Siamo abituati a considerare gli influencer come appartenenti ad una nuova realtà, nata con l’avvento di YouTube e dei social media, ma forse è il momento di fare un viaggio indietro nel tempo e scoprire come questa figura è molto meno moderna di quanto ci si aspetterebbe.
Ad esempio, hai mai sentito parlare del programma televisivo degli anni ’60, “Non è mai troppo tardi” condotto dal celebre maestro Alberto Manzi?
Gli anni ’60 sono stati un’epoca in cui la televisione italiana stava iniziando a farsi strada nelle case degli italiani. In quel periodo, la trasmissione si è rivelata una vera e propria pietra miliare dell’intrattenimento educativo.
Il programma, infatti, si proponeva di insegnare l’italiano a coloro che non avevano avuto la possibilità di completare gli studi o di apprendere correttamente la lingua.
La magia di “Non è mai troppo tardi” risiedeva nella sua capacità di connettere le persone attraverso lo schermo, offrendo una seconda opportunità a coloro che desideravano ampliare le loro conoscenze. E così, milioni di italiani si sono immersi nel programma, imparando le basi della lingua, arricchendo la loro cultura e, cosa ancora più significativa, raggiungendo addirittura il diploma, in un’epoca in cui la maggior parte dei cittadini era analfabeta.
Potremmo pensare che quel tempo lontano sia ormai trascorso, superato dalle tecnologie moderne e dalle piattaforme digitali come YouTube. Ma in realtà, c’è una profonda lezione da imparare: la sostanza dell’essere umano rimane la stessa.
“L’essere umano desidera sempre apprendere, migliorare e connettersi con gli altri”.
Oggi, l’ascesa degli influencer sul web sembra aver preso il sopravvento, creando delle apparentemente “nuove” dinamiche sociali. Alcuni potrebbero guardare a queste figure con scetticismo, considerandole un fenomeno fugace o addirittura frivolo.
Tuttavia, se ci fermiamo a riflettere, ci rendiamo conto che il cuore di tutto ciò non è l’influenza stessa, ma piuttosto il modo in cui viene esercitata. Il concetto di influencer non è affatto una novità: le persone sono sempre state ispirate da personaggi di rilievo, sia nella storia che nella cultura popolare. Quello che cambia sono le piattaforme e gli strumenti che utilizziamo per connetterci e condividere informazioni.
YouTube, Instagram e altri social media possono essere visti come l’evoluzione moderna di ciò che “Non è Mai Troppo Tardi” aveva semplicemente iniziato. La chiave dunque sta nel modo in cui utilizziamo queste piattaforme; possiamo scegliere di seguire personaggi costruttivi, fornitori di contenuti di valore che ispirano e informano, proprio come facevano i protagonisti di “Non è Mai Troppo Tardi”, oppure possiamo utilizzare queste tecnologie per diffondere la conoscenza, per creare legami significativi e per coltivare il desiderio di apprendimento che risiede in ognuno di noi.
Impariamo quindi ad utilizzarle al meglio delle nostre capacità, rendiamole strumenti per il progresso, veicoli di conoscenza e di scambio culturale. Siamo noi, gli esseri umani, a dar loro sostanza e valore.
Quindi, mentre ricordiamo il successo di “Non è Mai Troppo Tardi” e riflettiamo sull’era moderna degli influencer, ricordiamoci che, nonostante tutto cambi intorno a noi, le fondamenta dell’umanità rimangono le stesse.
Siamo creature sociali, assetate di apprendimento, desiderose di connessioni autentiche e in cerca di una migliore comprensione del mondo che ci circonda.
E ricorda:”Ogni persona ne influenza un’altra, e questa ne influenza un’altra ancora, e il mondo è pieno di storie, che in realtà sono sempre la stessa“. M.A.